
Le nuove testate nucleari B61-12: caratteristiche e potenzialità (www.maggiesfarm.it)
Sono giunte recentemente in Italia le nuove bombe nucleari statunitensi B61-12, che sono state dislocate nelle basi militari.
A confermarlo è Hans Kristensen, esperto della Federation of American Scientists, che ha reso noto l’arrivo di questi ordigni nell’ambito del programma di condivisione nucleare della NATO. Questa nuova generazione di armi nucleari tattiche rappresenta un significativo salto tecnologico rispetto alle versioni precedenti, con implicazioni strategiche e geopolitiche di rilievo per il nostro Paese e per l’intero continente europeo.
Le B61-12 sono testate nucleari tattiche che sostituiscono le vecchie B61-3 e B61-4, risalenti agli anni Sessanta. Si tratta di armi dotate di un sistema di guida con coda aerodinamica, sviluppato da Boeing, che consente una precisione triplicata rispetto ai modelli precedenti. La potenza esplosiva è regolabile e varia tra 0,3 e 50 chiloton (kT), con capacità di penetrazione migliorata che può equivalere a un’esplosione superficiale fino a 1.250 kT, ovvero circa 83 volte la bomba sganciata su Hiroshima. Un dettaglio tecnologico rilevante è che la nuova testata può essere trasportata da diversi bombardieri nucleari della NATO, inclusi gli F-35 e i Tornado, mentre la versione precedente era compatibile solo con gli aerei B-2.
Secondo la Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN), questo “ammodernamento” non rappresenta un semplice rinnovo, ma un vero e proprio potenziamento dell’arsenale nucleare, che aumenta il rischio di escalation nucleare nel contesto europeo. La presenza di queste armi, infatti, contrasta con la volontà di larga parte della popolazione dei Paesi ospitanti che auspica l’adesione al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), al quale l’Italia non ha ancora aderito.
Le basi nucleari italiane di Aviano e Ghedi: il cuore della condivisione nucleare NATO
L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di bombe nucleari statunitensi e l’unico a ospitare due basi nucleari: la base di Aviano, in Friuli-Venezia Giulia, e quella di Ghedi Torre, vicino a Brescia. Si stima che ad Aviano siano immagazzinate tra 20 e 30 testate B61-12, mentre a Ghedi il numero si aggiri tra le 10 e le 15. Questi ordigni fanno parte del programma di Nuclear Sharing della NATO, che consente ai Paesi membri di ospitare testate americane sul proprio suolo e di addestrare le proprie forze all’uso in caso di conflitto.
La base di Ghedi è storicamente uno dei centri più importanti per la gestione e la manutenzione delle testate nucleari. Qui opera il 704th Munitions Support Squadron, unità della U.S. Air Force incaricata della custodia e della sicurezza degli ordigni. Le testate sono conservate in strutture sotterranee dotate del sistema WS3 di sicurezza e vengono sottoposte a manutenzione tramite speciali mezzi NATO. La modernizzazione delle infrastrutture e l’adozione di nuovi sistemi di manutenzione sono in corso per adeguarsi ai requisiti di sicurezza richiesti per le B61-12.

L’arrivo delle nuove bombe nucleari B61-12 in Italia avviene in un momento di forte tensione internazionale, soprattutto per le relazioni con la Russia, che considera la presenza di testate nucleari americane nel continente un diretto bersaglio strategico. L’aumento della precisione e della capacità di penetrazione di queste testate accentua la percezione di una possibile escalation nucleare, alimentando dubbi e preoccupazioni sulla stabilità della sicurezza europea.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha recentemente dichiarato la disponibilità dell’arsenale nucleare francese a supporto dell’Europa, una mossa che si inserisce nello stesso quadro di rafforzamento della deterrenza nucleare sul continente. Tuttavia, questa politica si scontra con il desiderio di molti cittadini europei, inclusi italiani, tedeschi, belgi e olandesi, che chiedono l’adesione al TPNW e la progressiva eliminazione delle armi nucleari dal proprio territorio.