
Maxi rimborso per chi ha sempre pagato la Tari: cosa devi subito controllare - Maggiesfarm.it
Maxi rimborso, per chi ha sempre pagato, in arrivo dopo anni: a chi spettano e cosa cambia per la Tari, tutto quello che c’è da sapere.
La questione della TARI, la tassa sui rifiuti che grava sulle famiglie italiane, torna al centro dell’attenzione dopo importanti sviluppi giurisprudenziali che riconoscono ai contribuenti il diritto a un maxi rimborso per somme pagate indebitamente negli ultimi dieci anni.
Questo articolo approfondisce i dettagli di tale diritto, le motivazioni legali e le modalità per richiedere la restituzione.
Tari, a chi spetta il maxi rimborso: controlla subito
La TARI rappresenta una tassa comunale obbligatoria, calcolata in base alla superficie dell’abitazione e alla composizione del nucleo familiare, finalizzata a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Introdotta nel 2014 nell’ambito dell’Imposta Unica Comunale (IUC), ha sostituito imposte precedenti come la TARSU, TIA e TARES. Pur essendo un tributo fisso e necessario, in diversi casi si è verificata un’applicazione errata che ha portato molti cittadini a pagare più del dovuto. Il nodo cruciale riguarda l’aggiunta dell’IVA sulla tassa, una pratica che, se adottata dai Comuni, risulta illegittima e dà origine a un diritto al rimborso per i contribuenti.
Infatti, la normativa fiscale italiana esclude che un’imposta possa essere gravata da un’altra imposta come l’IVA, che si applica esclusivamente su beni e servizi, non su tributi già dovuti. Molti Comuni avevano applicato l’IVA anche al 10% sulla TARI, aggravando ulteriormente il carico tributario sulle famiglie. Questa applicazione è stata giudicata errata dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 5078/2016, che ha stabilito chiaramente che l’IVA non può gravare su una tassa comunale come la TARI.
La Corte Costituzionale, già nel 2009 con la sentenza n. 238, aveva evidenziato profili di incostituzionalità nell’applicazione di imposte su imposte, rafforzando il principio secondo cui una tassa non può essere soggetta a un’ulteriore imposta. Di conseguenza, ogni somma versata a titolo di IVA sulla TARI è da considerarsi indebitamente pagata e quindi recuperabile. Il diritto al rimborso si estende fino a un massimo di 10 anni, in base all’articolo 2946 del Codice Civile, che stabilisce la prescrizione per la ripetizione delle somme pagate senza titolo. Questo significa che i cittadini che hanno sempre pagato regolarmente la TARI, ma hanno subito l’applicazione dell’IVA, possono avanzare richiesta di restituzione per l’intero periodo decennale in cui si sono verificati i pagamenti indebiti.

Per ottenere il rimborso è necessario innanzitutto verificare con attenzione le bollette della TARI per individuare la presenza dell’IVA. Successivamente, si può procedere con una richiesta formale al proprio Comune, allegando documentazione comprovante i pagamenti e citando le sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale a sostegno della legittimità della richiesta.
In caso di diniego o ritardi, è possibile rivolgersi a un legale specializzato in diritto tributario o a un’associazione di consumatori per avviare eventuali azioni giudiziarie. Diverse amministrazioni locali stanno già predisponendo procedure semplificate per facilitare i rimborsi, vista la crescente consapevolezza della questione.
La possibilità di recuperare somme ingenti per chi ha pagato IVA sulla TARI rappresenta una svolta significativa per molte famiglie italiane, restituendo equità a un sistema fiscale che spesso pesa in modo significativo sul bilancio familiare. La corretta interpretazione delle norme fiscali e il ricorso alle sentenze più recenti sono strumenti fondamentali per far valere questo diritto.