
Paura per il killer (www.maggiesfarm.it)
Le autorità italiane, a partire dal Ministero della Salute, hanno lanciato una campagna di allerta molto rilevante.
Scatta l’allerta in Italia per l’arrivo imminente dell’acaro killer Tropilaelaps mercedesae, un parassita invisibile a occhio nudo che minaccia l’apicoltura nazionale. Dopo aver fatto la sua comparsa in diverse aree dell’Europa orientale, questo acaro proveniente dall’Asia sudorientale si avvicina rapidamente ai confini italiani, portando con sé rischi sanitari e ambientali significativi.
Le autorità italiane, in particolare il Centro di referenza per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e il Ministero della Salute, hanno lanciato una campagna di allerta per rafforzare la sorveglianza sulle importazioni e gli spostamenti di materiale apistico, con l’obiettivo di prevenire la diffusione del parassita.
L’espansione dell’acaro Tropilaelaps mercedesae dall’Asia all’Europa
Il Tropilaelaps mercedesae è un acaro parassita originario del Sud-est asiatico che colpisce la covata delle api mellifere. La sua pericolosità è paragonabile, se non superiore, a quella della più conosciuta Varroa destructor. Nel corso del 2024, l’acaro è stato rilevato in diverse regioni strategiche, tra cui la Georgia, aree della Russia quali Rostov sul Don e Krasnodar, e paesi come Ucraina, Iran, Tagikistan, Uzbekistan e Azerbaigian. Questa diffusione ha acceso un campanello d’allarme in tutta Europa, con l’Italia pronta a fronteggiare una possibile invasione.
La diffusione del parassita è stata favorita dal commercio transfrontaliero di arnie, pacchi d’api e regine, che rischia di trasformare ogni alveare importato in un potenziale veicolo di contagio. Le autorità italiane hanno quindi intensificato i controlli, includendo anche i movimenti non ufficiali di api e materiale apistico tra regioni e stati confinanti, per evitare che l’acaro possa insediarsi senza essere individuato.

Uno degli aspetti più preoccupanti del Tropilaelaps mercedesae è la sua dimensione ridotta e la quasi trasparenza, che lo rendono quasi invisibile durante i controlli visivi tradizionali. Più piccolo della Varroa destructor, può insediarsi rapidamente nei favi e proliferare senza destare sospetti. Per questo motivo, le autorità sanitarie hanno richiamato l’attenzione su una sorveglianza rigorosa e continua, includendo tutte le fasi di movimentazione e scambio del materiale apistico.
Il Ministero della Salute ha coinvolto attivamente le principali associazioni apistiche italiane come UNAAPI, FAI, CONAPI e AAPI, sollecitando una collaborazione capillare per la segnalazione tempestiva di eventuali sospetti e per l’applicazione di rigorose misure di biosicurezza. Ogni spostamento di api proveniente da aree a rischio deve essere tracciato con precisione e, se necessario, fermato per evitare una contaminazione diffusa.
In parallelo alla lotta contro l’acaro, dal 2025 è stato introdotto un contributo economico destinato agli agricoltori che scelgono di seminare piante mellifere capaci di attrarre impollinatori, un passo fondamentale per rafforzare la rete di difesa naturale dell’apicoltura italiana. L’incentivo prevede un bonus fino a 500 euro per ettaro ed è rivolto a chi coltiva specie come ambretta, fiordalisio, trifoglino, mentuccia e asfodelo. Queste varietà, oltre a fornire nutrimento alle api, contribuiscono a migliorare la biodiversità e a rigenerare i suoli, promuovendo un’agricoltura sostenibile e rispettosa degli equilibri naturali.