
Prodotti senza lattosio richiamati perché ne contengono troppo - maggiesfarm.it
Il Ministero della Salute segnala presenza di lattosio in formaggi etichettati come “senza lattosio”: rischio per gli intolleranti.
Un nuovo richiamo alimentare ha colpito il settore dei prodotti lattiero-caseari. Il Ministero della Salute ha ordinato il ritiro di due lotti di formaggio primo sale, pubblicizzati come senza lattosio, a causa della presenza non dichiarata di lattosio. Il prodotto, realizzato dal Caseificio Longo Srl con sede a Rivarolo Canavese (Torino), è stato venduto sia con il marchio Despar che con quello aziendale.
L’allerta è stata pubblicata ufficialmente sul portale ministeriale, accompagnata da un avviso rivolto in particolare ai consumatori intolleranti, che potrebbero subire effetti avversi anche gravi a causa dell’errore di etichettatura.
I lotti coinvolti e le indicazioni per i consumatori
Il primo prodotto segnalato è una confezione da 200 grammi di primo sale Despar, lotto 313227 con scadenza 4 giugno 2025. Il secondo è una versione a peso variabile, marchiata Caseificio Longo, con lotto 3132 e scadenza 3 giugno 2025.
Entrambi contengono tracce di lattosio superiori al limite ammesso per l’etichetta “senza lattosio”. Una non conformità che obbliga al ritiro immediato dal mercato. I consumatori che hanno acquistato i prodotti sono invitati a non consumarli e a riportarli presso il punto vendita, anche senza scontrino.

La responsabilità ricade sul Caseificio Longo Srl, identificabile anche con il codice stabilimento IT L7A1W CE. L’azienda, nota per la produzione di formaggi freschi e stagionati, ha visto coinvolti entrambi i marchi nella stessa segnalazione. L’episodio ha riacceso la discussione sulla trasparenza dell’etichettatura alimentare e sulla necessità di controlli più severi nelle fasi di produzione e confezionamento.
Un contesto di allerta crescente e attenzione alla qualità
Questo caso non è isolato. Lo stesso lotto, con identiche anomalie, era già stato richiamato da Aldi sotto il marchio Bonlà, sempre prodotto nello stesso stabilimento piemontese. Una ripetizione che solleva interrogativi sulla gestione interna dei controlli e sull’efficacia delle verifiche finali prima dell’immissione in commercio.
Secondo un’inchiesta riportata da Il Fatto Alimentare, dall’inizio del 2025 sono stati 84 i richiami ufficiali per prodotti alimentari, con 283 referenze coinvolte in pochi mesi. Un trend che evidenzia una crescente fragilità del sistema di garanzia qualitativa.
La questione tocca soprattutto chi segue una dieta priva di lattosio, non per moda, ma per motivi di salute. Una fetta di popolazione sempre più ampia che, per motivi medici o scelte personali, richiede prodotti alternativi realmente affidabili. La presenza anche minima di lattosio può causare disturbi intestinali, gonfiori, crampi e altre reazioni che compromettono il benessere quotidiano.
In questo quadro, le autorità sanitarie continuano a monitorare il mercato con controlli a campione, mentre i consumatori sono invitati a restare informati, leggere sempre le etichette e consultare con regolarità i bollettini di richiamo ufficiali. La fiducia tra produttore e cliente si costruisce attraverso trasparenza, responsabilità e correttezza: ogni errore mina questo rapporto e mette a rischio la salute pubblica.