
Nel mese di giugno ritardi e pensioni più basse preoccupano gli italiani (maggiesfarm.it)
Pensioni a rischio da giugno: tra ritardi e importi più bassi, cresce la preoccupazione tra i pensionati italiani.
Giugno si avvicina con un’ombra che inquieta molti pensionati. Qualcosa, infatti, sta cambiando nel calendario dei pagamenti e non in meglio. Le prime segnalazioni iniziano già a circolare e, senza ombra di dubbio, si tratta di notizie che stanno creando un certo allarme tra chi ogni mese aspetta la pensione con ansia e precisione.
Il timore non è solo di vedere l’accredito slittare di qualche giorno, ma anche di ritrovarsi con un importo più basso del previsto, magari senza alcun preavviso o spiegazione chiara. E questo, inutile dirlo, fa paura.
Ecco perchè a giugno ritarderanno le pensioni e saranno più basse
La regola vuole che l’Inps effettui il pagamento delle pensioni nel primo giorno bancabile del mese, escludendo quindi le domeniche, i giorni festivi e, nel caso specifico degli accrediti su conto corrente bancario, anche i sabati. Fin qui nulla di nuovo. Il punto, però, è che nel mese di giugno, il primo giorno utile per i pagamenti cade in una data che per molti potrebbe rivelarsi problematica. Il primo del mese di giugno, infatti, capita di domenica ed il lunedi è il 2 giugno ossia la festa della Repubblica.
Già circolano voci, infatti, su potenziali ritardi che potrebbero interessare una parte consistente dei pensionati, alimentando dubbi e insicurezze. Qualcuno ha anche parlato di possibili errori o aggiornamenti in corso nei sistemi di elaborazione dei pagamenti. Nulla di confermato, certo, però l’aria che si respira tra i corridoi virtuali dei gruppi di categoria è quella di un’attesa carica di preoccupazione.

E come se non bastasse il tema del ritardo, a giugno ci sarà un’ulteriore beffa per un numero, seppur ristretto, di pensionati. Si tratta di quelli che potrebbero trovarsi a dover restituire parte dei bonus ricevuti nel 2022, parliamo dei famosi 200 e 150 euro erogati in piena crisi energetica, a titolo di sostegno straordinario. All’epoca, infatti, quei soldi arrivarono in automatico, sulla base di autocertificazioni o controlli parziali. Oggi, a distanza di quasi due anni, l’Inps ha completato le verifiche postume e ha riscontrato diverse situazioni di superamento dei limiti reddituali previsti per ottenere quei bonus.
Chi nel 2022 ha dichiarato più di 35.000 euro per il bonus da 200 euro o oltre 20.000 euro per quello da 150 euro, potrebbe vedersi recapitare una brutta sorpresa proprio a giugno. E non si parla solo di un avviso, ma di una trattenuta effettiva, che andrà a incidere direttamente sulla pensione mensile. Insomma, ci sarà chi si troverà con meno soldi in tasca e dovrà pure capire il perché, magari senza nemmeno ricevere prima una comunicazione chiara.
È proprio questo il punto: la mancanza di trasparenza. Perché se da un lato è giusto che l’Inps recuperi somme erogate erroneamente, dall’altro è fondamentale che tutto avvenga con modalità chiare e tempistiche che non mettano in difficoltà chi vive con poco e conta ogni euro. Per molti pensionati, infatti, la pensione non è solo un reddito: è l’unico modo per far fronte a spese sempre più alte, tra affitti, bollette e generi di prima necessità.
In un momento storico in cui il potere d’acquisto è già messo a dura prova, ricevere una pensione più leggera o con giorni di ritardo può fare la differenza tra serenità e ansia. Il minimo che ci si aspetta è che gli enti preposti forniscano informazioni tempestive, evitando quel clima di incertezza che – purtroppo – continua a pesare su chi dovrebbe invece essere tutelato più di tutti.