Pensione a 60 anni e con pochi contributi: tutte le strade percorribili oggi, basta un semplice modulo da portare al Caf.
Per molto lavoratori l’idea di potersi ritirare dal lavoro già a 60 anni rappresenta una sporta di traguardo ideale. Una speranza alimentata anche dal ricordo di misure previdenziali del passato come l’ormai celebre “Quota 96” o la vecchia pensione di vecchiaia differenziata per genere.
Con l’arrivo della riforma Fornero, però, e con i successivi aggiornamenti normativi, il panorama è cambiato in modo drastico. Ma è davvero impossibile, come molto pensano, andare in pensione a 60 anni con una carriera contributiva non particolarmente lunga? La risposta è più sfumata di quanto si pensi.
Prima di addentrarsi nelle varie possibilità concrete, è utile chiarire cosa si intende con “pochi contributi”: Il parametro minimo per la pensione di vecchiaia è 20 anni di contributi. Dunque, tutto ciò che si colloca intorno o al di sotto di questa soglia rientra in questa definizione.
In questi casi, le opzioni per accedere alla pensione a 60 anni sono estremamente limitate. L’unica misura applicabile con 20 anni di contributi è riservata a una platea molto ristretta: le donne con invalidità pari almeno all’80% e con età minima di 56 anni, che devono attendere una finestra mobile di 12 mesi per ottenere l’assegno. Per gli uomini l’età richiesta sale a 61.
Chi invece può vantare almeno 35 anni di contributi può trovare qualche spiraglio in più. Anche qui, però il discorso resta circoscritto. La misura più rilevante è Opzione Donna, un canale di pensionamento anticipato destinato a lavoratrici che si trovano in specifiche condizioni: invalide almeno al 74% oppure caregiver da almeno sei mesi di un familiare con disabilità grave.
Ma ci sono ulteriori vincoli. L’età anagrafica minima è di 59 anni per chi ha due o più figli, 60 con un solo figlio e 61 per le donne senza figli. C’è poi un altro blocco di misure teoricamente accessibili anche a 60 anni , ma solo a condizione di aver iniziato a lavorare molto giovani e di aver accumulato un numero significativo di anni di contributi. Parliamo ad esempio della pensione anticipata ordinaria, che 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Non esiste un requisito anagrafico minimo: si può anche uscire a 60 anni, ma ciò presupporrebbe un inizio di carriera a 17 anni e senza mai aver interrotto il lavoro. Un traguardo difficile ma non impossibile.
C’è poi Quota 41 per i lavoratori precoci, che consente l’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi a patto che almeno uno sia stato versato prima del 19 anni d’età. Occorre però appartenere a una categoria protetta, essere invalidi al 74%, disoccupati o impegnati in attività considerate gravose.
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