
Imu, Tari e tasse auto: cosa cambia con le nuove regole per i pagamenti - Maggiesfarm.it
Se paghi così potresti avere tante agevolazioni: cosa cambia con le nuove regole per le tasse sull’auto, l’Imu e la Tari.
Il 9 maggio 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato un provvedimento legislativo di grande importanza che segna un passo significativo nella riforma fiscale italiana.
Si tratta dello schema di Decreto Legislativo dedicato ai tributi regionali e locali, che mira a implementare la Legge Delega n. 111 del 2023. Questo è il diciassettesimo decreto attuativo previsto dalla legge e si inserisce in un contesto più ampio volto a rendere il sistema tributario italiano più efficiente, equo e moderno.
Tutte le novità su Imu, Tari e tassa sull’auto
La riforma si propone di rafforzare l’autonomia fiscale di Regioni, Province e Comuni, fornendo loro strumenti più snelli e funzionali per gestire le entrate tributarie. L’intento è quello di allineare il sistema dei tributi locali alle reali esigenze dei territori, migliorando la capacità di riscossione e riducendo la burocrazia che grava sui contribuenti. Un elemento chiave della riforma è l’adozione di un modello simile a quello già in uso per i tributi statali, estendendolo anche alla fiscalità locale. In particolare, si punta a incentivare il pagamento spontaneo delle imposte da parte dei cittadini e delle imprese, introducendo misure concrete e strutturate.
Tra le novità più rilevanti, il decreto introduce misure di incentivazione per facilitare l’adempimento volontario delle obbligazioni fiscali. Un sistema premiale verrà attivato per i contribuenti che scelgono di effettuare i versamenti tramite addebito diretto sul proprio conto corrente. Questo approccio non solo semplifica il processo di pagamento, ma favorisce anche una relazione continua e trasparente con le amministrazioni locali. In aggiunta, per tributi come IMU e TARI, sarà previsto l’invio di comunicazioni preventive, come lettere di compliance e avvisi bonari.
Questi strumenti mirano a correggere eventuali irregolarità prima di avviare procedure di accertamento formale, promuovendo così un’interazione più collaborativa tra il fisco e i contribuenti. Un’altra misura significativa riguarda le definizioni agevolate, che permettono ai contribuenti di ridurre sanzioni e interessi in caso di regolarizzazione spontanea delle proprie posizioni fiscali. Il decreto contiene specifiche disposizioni per ciascun livello di amministrazione territoriale. A livello regionale, viene introdotto l’avviso di accertamento esecutivo, che accelera il recupero delle somme dovute.

Inoltre, la gestione della tassa automobilistica, comunemente conosciuta come bollo auto, subirà una semplificazione, dato che rappresenta una delle fonti di entrata più importanti per le amministrazioni regionali. Per quanto riguarda le Province, il criterio di attribuzione del gettito relativo all’imposta provinciale di trascrizione (IPT), legata alle pratiche automobilistiche, cambierà. D’ora in poi, l’imposta sarà assegnata all’ente della provincia in cui si svolge effettivamente l’attività, superando l’attuale riferimento alla sede legale delle aziende.
A livello comunale, la riforma interviene sulla proporzionalità delle sanzioni per i principali tributi locali, come IMU, TARI, imposta di soggiorno e contributo di sbarco. Si mira a rendere le sanzioni più eque e commisurate all’entità della violazione, evitando così penalizzazioni eccessive per i contribuenti. Inoltre, verrà introdotto un modello unico telematico per gestire gli adempimenti IMU, con l’obiettivo di uniformare e semplificare le procedure sia per i contribuenti sia per le amministrazioni comunali. Uno dei punti centrali del decreto riguarda il potenziamento delle misure contro l’evasione fiscale. Per il triennio 2025-2027, la quota riconosciuta ai Comuni sulle somme recuperate grazie all’attività di accertamento e riscossione raddoppierà, passando dal 50% al 100%.
Questa disposizione è pensata per incentivare gli enti locali a intensificare i controlli e a investire in risorse e strumenti per combattere l’illegalità fiscale. Queste iniziative non solo mirano a garantire una maggiore equità nel sistema fiscale, ma anche a migliorare l’efficienza nella gestione delle finanze pubbliche, contribuendo a una maggiore stabilità economica complessiva. La riforma dei tributi locali, dunque, si propone di cambiare radicalmente il panorama fiscale italiano, introducendo regole e strumenti che rendano il sistema tributario più efficiente e equo, in linea con le esigenze dei territori e dei cittadini.