
Cosa può premonire un ictus - (maggiesfarm.it)
La salute del nostro corpo è un mosaico complesso, in cui ogni tessera è interconnessa con le altre. Ecco cosa può indicare il rischio ictus
Spesso, quando si parla di medicina, si tende a suddividere le varie specialità in compartimenti stagni: il cardiologo si occupa del cuore, l’epatologo del fegato e il dentista dei denti. Tuttavia, recenti ricerche stanno dimostrando che le malattie possono influenzarsi a vicenda in modi inaspettati e potenzialmente gravi.
In un’epoca in cui la medicina si sta sempre più orientando verso un approccio integrato e olistico, è essenziale riconoscere l’importanza di ogni aspetto della salute. Oggi parleremo di un legame che ci spiega come la salute di un’area del corpo possa influenzare un’altra.
Possibili avvisaglie dell’ictus
Uno studio recente pubblicato sulla rivista Circulation, condotto da ricercatori dell’Università di Hiroshima, ha messo in evidenza un legame sorprendente tra il batterio Porphyromonas gingivalis, noto per la sua associazione con la parodontite, e la fibrillazione atriale. Questa ricerca ha esaminato gli effetti di questo microrganismo nei modelli animali e ha scoperto che il batterio è in grado di entrare nel flusso sanguigno, raggiungendo l’atrio sinistro del cuore, dove provoca danni tissutali significativi.

I ricercatori hanno osservato che, nei modelli murini, l’esposizione al Porphyromonas gingivalis portava già dopo 12 settimane a modifiche fibrotiche del tessuto cardiaco. Dopo 18 settimane, il rischio di sviluppare aritmie nei topi infetti era aumentato di sei volte rispetto ai controlli. Questo aumento del rischio è particolarmente allarmante, considerando che la fibrillazione atriale è una condizione associata a un significativo incremento del rischio di ictus e insufficienza cardiaca.
La domanda che sorge spontanea è: come può un’infezione gengivale contribuire a problemi cardiaci? Gli scienziati ipotizzano che il batterio possa causare cicatrici nel tessuto cardiaco, alterando così la normale conduzione dell’impulso elettrico. Shunsuke Miyauchi, primo autore dello studio, sottolinea che sebbene la relazione causale tra parodontite e fibrillazione atriale non sia completamente compresa, è evidente che la diffusione di batteri parodontali nel sangue potrebbe essere un fattore chiave in questo legame.
Inoltre, nei cuori dei topi infetti sono state rinvenute tracce del medesimo ceppo batterico che era stato introdotto nella loro polpa dentale. Al contrario, i topi non infetti non presentavano segni né orali né cardiaci del microrganismo. Questo suggerisce che l’infezione gengivale può effettivamente avere conseguenze dirette sulla salute cardiaca.
Le scoperte sui modelli animali sono state avvalorate da dati preliminari raccolti su pazienti umani. In uno studio che ha analizzato campioni di tessuto prelevati dall’atrio sinistro di 68 pazienti affetti da fibrillazione atriale, i ricercatori hanno trovato una maggiore presenza di Porphyromonas gingivalis nei soggetti con parodontite avanzata. Questi risultati confermano l’ipotesi che le infezioni gengivali possano contribuire non solo all’infiammazione cronica, ma anche alla fibrosi cardiaca, un fattore che potrebbe avere ampie implicazioni cliniche.
Le tracce genetiche del batterio sono state rinvenute non solo nel cuore, ma anche nelle valvole cardiache e nelle placche aterosclerotiche, suggerendo una diffusione sistemica del batterio stesso. Questa scoperta è particolarmente preoccupante, poiché implica che le infezioni gengivali potrebbero non limitarsi a influenzare solo la salute orale, ma potrebbero avere ripercussioni significative su organi vitali come il cuore.
Il Porphyromonas gingivalis è già noto per il suo ruolo in diverse patologie, tra cui il diabete e alcune forme di malattie neurodegenerative. Tuttavia, le nuove evidenze suggeriscono che anche il sistema cardiovascolare potrebbe essere gravemente colpito dalla sua attività. La salute orale, dunque, si rivela essere non solo una questione estetica, ma potrebbe rivelarsi un elemento cruciale nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.