
Nuovi controlli per le partite Iva, cosa rischi - maggiesfarm.it
La vigilanza e la preparazione sono ora più importanti che mai per evitare brutte sorprese e garantire una gestione fiscale conforme alle normative.
Il regime forfettario si è rivelato, inizialmente, come una soluzione vantaggiosa per le piccole imprese e i liberi professionisti, grazie alla sua semplicità e alla riduzione del carico burocratico. Tuttavia, negli ultimi tempi, i contribuenti che si avvalgono di questo regime si trovano a fronteggiare un’intensa attività di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Le richieste di documentazione e le verifiche approfondite stanno diventando sempre più comuni, con il rischio di sanzioni e debiti significativi.
Controlli del Fisco e comunicazioni ufficiali
Negli ultimi mesi, centinaia di partite IVA sotto il regime forfettario hanno ricevuto comunicazioni ufficiali dal Fisco, richiedendo la presentazione di documenti come fatture ed estratti conto bancari. Queste verifiche si concentrano in particolare sull’anno d’imposta 2021, un periodo in cui molti contribuenti hanno effettuato operazioni non sempre conformi alle normative vigenti.
Le verifiche si fondano su articoli del D.P.R. 600/1973 e del D.P.R. 633/1972, che delineano le procedure di accertamento. Se dovessero emergere anomalie, l’Agenzia potrebbe non solo contestare l’applicazione del regime forfettario, ma anche ricalcolare le imposte dovute, inclusi IRPEF e IVA, portando a debiti fiscali considerevoli.
Incongruenze tra redditi dichiarati e certificazioni
Uno dei motivi principali per cui il Fisco sta intensificando i controlli riguarda le incongruenze tra i redditi dichiarati nel quadro LM e le Certificazioni Uniche (CU) ricevute dai committenti. Anche se l’invio delle CU non era obbligatorio per i forfettari fino a poco tempo fa, molti datori di lavoro hanno continuato a inviarle, creando confusione e potenziali contestazioni.

È quindi consigliabile che i contribuenti predisponano un riepilogo dettagliato delle fatture emesse e degli incassi, chiarendo eventuali discrepanze secondo il principio di cassa.
Rischi di accertamenti automatici
Durante le ispezioni, l’Agenzia richiede spesso un registro di incassi e pagamenti, che i forfettari non sono obbligati a tenere. Tuttavia, presentare un quadro chiaro dei movimenti finanziari può rivelarsi utile per evitare malintesi e sanzioni. Inoltre, esiste un concreto rischio di accertamenti automatici, nei quali l’Agenzia procede senza avvisi preliminari quando emergono incongruenze evidenti dalle dichiarazioni del contribuente.
Ad esempio, chi ha superato il limite di reddito di 30.000 euro da lavoro dipendente o pensione nel 2020, o chi ha posseduto partecipazioni in società di persone al 31 dicembre dell’anno precedente, non avrebbe dovuto accedere al regime forfettario. L’Agenzia è in grado di individuare automaticamente tali anomalie grazie ai dati disponibili nei suoi sistemi informativi.
La situazione attuale evidenzia come la semplicità del regime forfettario possa risultare fuorviante. Sebbene progettato per facilitare le operazioni burocratiche, la disattenzione può portare a conseguenze gravi. Molti contribuenti ora si trovano a dover affrontare l’incubo di un’imposizione retroattiva, con l’aggiunta di IVA e sanzioni pesanti.
È cruciale, quindi, che chi opera in regime forfettario rispetti scrupolosamente i requisiti previsti, monitori costantemente la propria posizione fiscale e predisponi una documentazione contabile accurata e dettagliata.