
Debiti con il fisco, cosa sapere - maggiesfarm.it
La legge, in questo caso, si pone come strumento di tutela e equità, garantendo che il principio di giustizia fiscale venga rispettato.
Le cartelle esattoriali rappresentano una delle maggiori preoccupazioni per i contribuenti italiani, spesso percepite come un peso insormontabile. Tuttavia, esiste un modo legale per annullare queste cartelle senza dover attendere la scadenza dei termini di prescrizione o avviare una rottamazione. Questo metodo, poco conosciuto, si basa su una norma introdotta oltre dieci anni fa, che sfrutta il principio del silenzio-assenso della pubblica amministrazione.
Nel 2012, la legge 228 ha introdotto misure per proteggere i contribuenti, in particolare contro le cosiddette “cartelle pazze”, ovvero quelle richieste di pagamento ritenute illegittime o errate. Grazie a questa legge, chi riceve una cartella esattoriale ha la possibilità di richiedere la sospensione del pagamento se ritiene che il debito sia illegittimo. Ciò che molti ignorano è che l’assenza di una risposta da parte dell’ente creditore entro un determinato periodo può portare all’annullamento automatico del debito.
La procedura di richiesta di sospensione
La procedura per richiedere la sospensione è piuttosto semplice. Un contribuente che riceve una cartella esattoriale può presentare un’istanza all’agente della riscossione, specificando le motivazioni per cui considera il debito non dovuto e allegando la documentazione necessaria. È fondamentale inviare questa richiesta entro 60 giorni dalla notifica della cartella. Una volta ricevuta l’istanza, l’agente di riscossione ha 10 giorni per trasmetterla all’ente creditore, il quale ha 220 giorni di tempo per rispondere.
Se l’ente creditore non fornisce una risposta entro questo termine, il debito è considerato automaticamente annullato. Questo significa che anche nel caso in cui il contribuente avesse presentato motivazioni non valide, il debito viene cancellato per il solo fatto che l’ente non ha rispettato le scadenze.

Il principio del silenzio-assenso, sancito dal comma 540 della legge 228/2012, rappresenta una vera e propria protezione per i contribuenti. Questo meccanismo impone agli enti di riscossione di rispondere in modo tempestivo alle istanze presentate, pena la perdita del diritto di incassare il debito. È un modo per riequilibrare il rapporto tra cittadini e istituzioni, costringendo queste ultime a rispettare i diritti dei contribuenti.
Un esempio pratico
Immaginiamo un cittadino che riceve una cartella esattoriale per il pagamento di tasse già prescritte. Convinto della sua posizione, decide di presentare un’istanza di annullamento. Anche se la sua richiesta si basa su un’interpretazione errata della legge, il semplice atto di presentare l’istanza sospende tutte le azioni di riscossione. Se l’ente non risponde entro 220 giorni, il debito viene annullato automaticamente, liberando il contribuente da qualsiasi obbligo di pagamento.
L’esistenza di questa norma, che consente l’annullamento automatico delle cartelle esattoriali, rappresenta una risorsa preziosa per i contribuenti. È fondamentale che i cittadini siano informati sui propri diritti e sulle procedure disponibili per difendersi da richieste di pagamento che potrebbero rivelarsi illegittime.
In un contesto in cui l’amministrazione fiscale può sembrare implacabile, avere la consapevolezza di queste opportunità legali può fare la differenza tra il pagamento di un debito e la sua cancellazione definitiva.