
C'è ossigeno su Marte - maggiesfarm.it
I progressi compiuti fino ad oggi sono un segno promettente del potenziale umano nell’affrontare le sfide dello spazio.
La possibilità di produrre ossigeno su Marte rappresenta un passo cruciale per le future missioni umane sul Pianeta Rosso. Grazie allo strumento MOXIE (Mars OXygen In-Situ resource utilization Experiment), montato sul rover Perseverance, la NASA ha dimostrato che è possibile generare ossigeno direttamente dall’anidride carbonica presente nell’atmosfera marziana.
Questo risultato non solo segna una pietra miliare nella storia dell’esplorazione spaziale, ma apre anche la strada a scenari in cui gli esseri umani potrebbero vivere e lavorare su Marte.
Come funziona MOXIE
MOXIE è un dispositivo relativamente compatto, di dimensioni simili a quelle di una batteria per auto, e pesa circa 17 kg. Il suo funzionamento si basa su un processo chimico noto come elettrolisi, che separa l’ossigeno dall’anidride carbonica (CO₂) presente nell’atmosfera marziana, composta per il 95% da questo gas.
Il dispositivo aspira l’aria marziana, filtra l’anidride carbonica, la pressurizza e la invia a una cella elettrolitica chiamata SOXE (Solid Oxide Electrolyzer). Qui, l’elettrolisi consente di “strappare” un atomo di ossigeno dalla molecola di CO₂, generando così ossigeno gassoso (O₂).
Per funzionare, MOXIE necessita di circa 300 watt di potenza per raggiungere temperature di 800 °C, un processo protetto da un isolamento di aerogel e rivestito in oro per prevenire danni al rover.
Durante le sue operazioni, MOXIE ha dimostrato di poter produrre fino a 10 grammi di ossigeno all’ora, una quantità sufficiente per soddisfare le esigenze respiratorie di un astronauta per circa 20 minuti. Anche se questa produzione può sembrare limitata, è importante ricordare che MOXIE è un prototipo progettato principalmente per testare la tecnologia.
Importanza della produzione di ossigeno su Marte
La produzione di ossigeno su Marte è fondamentale per il successo delle missioni spaziali future. Con il programma Artemis, la NASA sta preparando il ritorno degli esseri umani sulla Luna, ma il passo successivo è Marte.

Per garantire il ritorno degli astronauti sulla Terra, sarà necessario produrre ossigeno in loco, eliminando così la necessità di trasportare enormi quantità di ossigeno dalla Terra. Questo non solo riduce i costi e la complessità della missione, ma rende anche possibile la creazione di una presenza umana sostenibile su Marte.
In un contesto di esplorazione a lungo termine, l’ossigeno non sarà solo vitale per la respirazione. Sarà anche un componente chiave per la produzione di carburante. Infatti, l’ossigeno liquido è uno dei propellenti più efficaci per i razzi, e la possibilità di generarlo in situ rappresenta un grande passo avanti verso l’autosufficienza delle missioni marziane.
Prospettive future
Dopo sette sessioni di produzione di ossigeno, MOXIE ha dimostrato di funzionare in diverse condizioni atmosferiche, sia di giorno che di notte. Il team di ricerca è ora concentrato sull’ottimizzazione della produzione.
Con l’arrivo della primavera marziana, la densità dell’atmosfera aumenterà, offrendo l’opportunità di testare MOXIE al massimo delle sue capacità. Se il dispositivo dovesse funzionare a pieno regime per periodi prolungati, versioni future di MOXIE potrebbero generare quantità significativamente maggiori di ossigeno.
Un aspetto promettente del progetto è la scalabilità della tecnologia di MOXIE. Questo significa che è possibile sviluppare macchine più grandi e potenti, in grado di produrre ossigeno in quantità centuplicata rispetto al prototipo attuale. L’idea è di inviare queste macchine su Marte prima dell’arrivo degli astronauti, in modo che al loro arrivo trovino già disponibile il carburante necessario per il ritorno sulla Terra.