
Il "segreto" del carrello della spesa - maggiesfarm.it
Sebbene in alcuni Paesi, come i Paesi Bassi, questo sistema sia stato temporaneamente sospeso per motivi igienici durante la pandemia.
Dietro l’apparente semplicità di un carrello della spesa si celano scelte progettuali precise, mirate a garantire funzionalità, sicurezza e praticità.
Ogni giorno milioni di consumatori prendono in mano il carrello della spesa senza porsi domande sul suo design apparentemente semplice. Tuttavia, un dettaglio che spesso passa inosservato attira la curiosità di molti: perché i carrelli del supermercato sono “bucati”, realizzati con una struttura a rete o traforata, invece di essere completamente chiusi?
La risposta non è scontata e racchiude una precisa scelta ingegneristica, pensata per migliorare la funzionalità, la sicurezza e la gestione all’interno dei punti vendita.
Perché i carrelli del supermercato sono traforati?
Una delle ragioni principali dietro la struttura “bucata” dei carrelli riguarda l’igiene e la durata. Grazie alla superficie forata, si evita l’accumulo di liquidi e sporco all’interno del contenitore. Se, ad esempio, una bottiglia si rompe o un contenitore perde, il liquido defluisce attraverso la rete, impedendo che ristagni sul fondo.
Questo meccanismo è particolarmente utile in caso di pioggia, dato che molti carrelli sono lasciati all’esterno dei supermercati. L’acqua non resta intrappolata, prevenendo così la formazione di ruggine e prolungando la vita utile del carrello. I modelli chiusi richiederebbero una manutenzione più frequente e costosa, un aspetto che grandi catene della distribuzione come Esselunga e Carrefour tengono in grande considerazione.
Un altro vantaggio fondamentale dei carrelli traforati riguarda la sicurezza. La struttura aperta permette ai dipendenti di controllare facilmente il contenuto del carrello da ogni angolazione senza dover avvicinarsi troppo, riducendo il rischio di furti o di nascondere merce tra i prodotti acquistati. Al contrario, un carrello chiuso potrebbe diventare un nascondiglio ideale.
Questa trasparenza è un elemento strategico per i supermercati, che puntano a mantenere sotto controllo ogni aspetto della spesa.
Maneggevolezza e comfort: la leggerezza della struttura a rete
La scelta di utilizzare una struttura traforata non è solo funzionale, ma anche legata alla comodità d’uso. Un carrello realizzato in plastica piena o metallo chiuso sarebbe infatti troppo pesante e ingombrante.

La rete riduce il peso complessivo senza compromettere la robustezza, consentendo anche ai bambini di spingere agevolmente un carrello a metà carico. Le ruote abbinate a una gabbia leggera e resistente facilitano la manovrabilità anche nelle corsie più affollate, un dettaglio essenziale in supermercati dove il risparmio di tempo è cruciale.
Inoltre, la ventilazione garantita dalla struttura aperta si rivela preziosa soprattutto nei mesi caldi, mantenendo freschi prodotti deperibili come frutta e verdura. Nei mercati all’aperto o coperti, questa soluzione è indispensabile. Dal punto di vista della sicurezza, un carrello aperto evita anche situazioni rischiose: un bambino non può restare intrappolato e i liquidi versati si asciugano rapidamente, eliminando ristagni potenzialmente pericolosi.
La storia e le innovazioni del carrello della spesa
L’idea del carrello della spesa moderno risale al 1937, quando l’imprenditore Sylvan Goldman di Oklahoma City, ispirandosi a una sedia pieghevole, progettò un contenitore su ruote dotato di due ripiani. Introdotto per la prima volta nei supermercati Humpty Dumpty, inizialmente non riscosse successo, soprattutto perché molti clienti lo associavano a un passeggino.
Per superare questa resistenza, Goldman assunse attori che fingevano di utilizzarlo con soddisfazione, riuscendo così a diffondere l’uso del carrello come standard negli store di tutto il mondo.
Nel 1947, l’innovazione proseguì con Orla Watson, che brevettò il sistema telescopico che permette di sovrapporre i carrelli uno dentro l’altro, ottimizzando così lo spazio di stoccaggio nei supermercati.
Un ulteriore sviluppo avvenne nel 1991 con David J. Schonberg, che introdusse il meccanismo della monetina per sbloccare il carrello, incentivandone la restituzione tramite una piccola cauzione.