
Quanto ci costa il caldo in casa - maggiesfarm.it
Molte Regioni hanno già introdotto la sospensione obbligatoria delle attività lavorative nelle ore più calde della giornata.
L’ondata di caldo che sta investendo l’Italia non si limita a mettere a dura prova la salute dei cittadini, ma influisce pesantemente anche sul bilancio familiare. Secondo un’analisi recente di Assoutenti, il caldo estremo può far lievitare le spese mensili di una famiglia media fino a 550 euro, una cifra che incide come quasi mezzo stipendio per molti nuclei.
Vediamo nel dettaglio come si arriva a questa somma e quali strategie adottare per mitigare l’impatto economico dell’innalzamento delle temperature.
L’impatto economico dell’aumento delle temperature
Il costo aggiuntivo di circa 550 euro al mese deriva da molteplici fattori correlati alla necessità di adattarsi al clima rovente. In primis, la bolletta elettrica subisce un incremento significativo: l’utilizzo prolungato e intensivo di condizionatori fa salire i consumi energetici, con un aggravio stimato tra gli 80 e i 120 euro solamente per il raffrescamento domestico.
Parallelamente, cresce anche il consumo di acqua per docce frequenti, irrigazione dei giardini e lavaggi più intensi, con un aumento della spesa tra i 20 e i 30 euro. Non vanno inoltre sottovalutate le spese per la cura della persona: le creme solari, ormai indispensabili per proteggersi dagli effetti nocivi dei raggi UV, pesano per 30-40 euro mensili, mentre gli integratori per reintegrare i sali minerali aggiungono un’ulteriore voce di spesa da 20 a 40 euro.
Nel contesto della mobilità, l’uso dell’aria condizionata in auto e la preferenza per il veicolo privato rispetto a spostamenti a piedi o con mezzi pubblici contribuiscono a un aumento del costo carburante che può oscillare tra i 48 e gli 80 euro.
Inoltre, chi desidera trovare refrigerio in ambienti esterni come spiagge o piscine deve affrontare spese per ingressi, lettini, ombrelloni e pasti fuori casa, che si attestano tra i 120 e i 180 euro mensili. Questi costi risultano particolarmente gravosi per le famiglie con bambini, specialmente nelle città dove le alternative pubbliche per il raffrescamento sono limitate.
Come contenere le spese legate al caldo senza rinunciare al comfort
Per contrastare l’impennata dei costi, Assoutenti suggerisce una serie di accorgimenti pratici e sostenibili. Primo tra tutti, l’uso oculato del condizionatore: è consigliabile non impostare la temperatura al di sotto dei 25 gradi, utilizzare la funzione timer per limitare l’accensione durante le ore notturne o in assenza di persone, e mantenere puliti i filtri per garantire l’efficienza energetica.
Parallelamente, può essere molto utile sfruttare la ventilazione naturale aprendo le finestre nelle ore più fresche della giornata e proteggendo la casa da sole e calore con tapparelle e tende chiuse nelle ore più calde. L’uso di ventilatori può essere una valida alternativa, meno energivora.

Anche l’ottimizzazione del consumo di acqua è fondamentale: preferire docce rapide e a temperatura moderata, recuperare l’acqua fredda iniziale per usi domestici come l’irrigazione e bere acqua del rubinetto, ove potabile, invece di acquistare bottiglie di acqua minerale. Sul fronte alimentare, privilegiare cibi locali e di stagione aiuta a risparmiare e a ridurre l’impatto ambientale, mentre preparare snack e pasti da casa per le uscite estive può abbattere le spese fuori casa.
Infine, ridurre l’uso dell’auto privilegiando i mezzi pubblici o gli spostamenti nelle ore meno calde contribuisce sia a un risparmio economico sia a un minor impatto ambientale. Applicando questi consigli, è possibile abbattere fino a 200 euro le spese aggiuntive legate al caldo.
Il caldo estremo e le conseguenze sul lavoro e sull’economia
L’effetto del caldo torrido si fa sentire anche sull’intero sistema produttivo. Uno studio di Allianz Research evidenzia che l’ondata di calore del 2025 potrebbe costare all’Italia quasi un punto percentuale di PIL, con una perdita media dello 0,5% a livello europeo. I settori più colpiti sono quelli che prevedono attività all’aperto, come agricoltura, edilizia e servizi esterni, dove lo stress da calore riduce la produttività e aumenta i rischi per la salute dei lavoratori.
Per questo motivo, l’INPS ha aggiornato le linee guida per l’accesso alla cassa integrazione in caso di temperature percepite superiori ai 35°C, tenendo conto non solo della temperatura reale ma anche di fattori come umidità e irraggiamento solare.