
Ruolo delle vitamine e integrazione: tra benefici e rischi(www.maggiesfarm.it)
Un recente studio ha evidenziato come un comune integratore alimentare possa aumentare il rischio di cancro e metastasi.
Alla luce delle ultime ricerche e delle raccomandazioni degli enti come l’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), emerge la necessità di un approccio più consapevole e scientificamente fondato nell’assunzione di micronutrienti.
Le vitamine e i sali minerali sono essenziali per il corretto funzionamento del nostro organismo, influenzando processi metabolici, il sistema immunitario e la salute cellulare. Tuttavia, come sottolinea AIRC, un apporto eccessivo o non adeguato può avere conseguenze negative, anche gravi. Le vitamine sono suddivise in idrosolubili (come la vitamina C e le vitamine del gruppo B) e liposolubili (A, D, E, K), con quest’ultime che si accumulano nell’organismo e possono causare tossicità se assunte in eccesso.
Un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, rappresenta la miglior strategia per garantire un adeguato apporto vitaminico e prevenire carenze che potrebbero aumentare il rischio di insorgenza di tumori. Al contrario, il ricorso smodato a integratori può alterare l’equilibrio fisiologico, favorendo condizioni infiammatorie croniche e danneggiamenti cellulari, entrambi fattori implicati nell’insorgenza e nella progressione tumorale.
In particolare, studi epidemiologici hanno evidenziato come l’assunzione prolungata di β-carotene in soggetti fumatori o esposti ad amianto sia associata a un aumento del rischio di cancro del polmone. Analogamente, alcune vitamine liposolubili, se assunte in dosi elevate, possono esacerbare la crescita tumorale o interferire con terapie oncologiche.
L’Aloe vera: tra proprietà storiche e controversie scientifiche
Un altro argomento molto discusso riguarda l’uso dell’Aloe vera e dei suoi derivati come rimedio complementare nella prevenzione e nel trattamento del cancro. Questa pianta, utilizzata da millenni per le sue proprietà cicatrizzanti e antibatteriche, è oggi oggetto di numerose ricerche per i suoi potenziali effetti sul sistema immunitario e sulle cellule tumorali.
Il gel e il lattice estratti dalle foglie di Aloe contengono diversi composti bioattivi, tra cui acemannano, aloeride ed emodina. Questi elementi, studiati soprattutto in vitro e su modelli animali, sembrano modulare la risposta immunitaria e promuovere l’apoptosi delle cellule tumorali, in particolare nei tumori epatici e della testa e collo. Tuttavia, nonostante tali risultati promettenti in laboratorio, mancano evidenze cliniche solide sull’efficacia terapeutica dell’Aloe vera nell’uomo.
Inoltre, l’uso commerciale di prodotti a base di Aloe è stato oggetto di controversie: nel 1996, un concentrato noto come T-UP, promosso come cura per tumori e altre malattie gravi, è stato ritirato dal mercato per frode e rischi per la salute dei pazienti. Più recentemente, la Commissione Europea ha vietato alcuni integratori contenenti derivati dell’idrossiantracene, sostanze naturali presenti nelle foglie di Aloe, per il loro potenziale effetto genotossico e cancerogeno.

L’EFSA ha infatti evidenziato come estratti totali di Aloe, contenenti idrossiantracene, siano genotossici in vitro e cancerogeni in modelli animali, classificandoli come possibili cancerogeni per l’uomo (gruppo 2B). Questo ha comportato restrizioni normative per la loro commercializzazione come integratori alimentari, soprattutto per usi lassativi e prolungati.
Oltre ai rischi oncologici, i derivati dell’Aloe possono causare effetti collaterali gastrointestinali quali diarrea, nausea e dolori addominali, oltre a interazioni farmacologiche pericolose soprattutto in pazienti che assumono altri farmaci. Reazioni allergiche, seppur rare, sono più frequenti in soggetti sensibili ad altre piante affini come aglio e cipolla. È sconsigliato l’uso in gravidanza e durante l’allattamento.
Nonostante alcune ricerche suggeriscano un possibile ruolo dell’Aloe nel mitigare effetti collaterali di chemioterapia e radioterapia, i dati restano contrastanti e insufficienti per raccomandarne l’impiego routinario in oncologia.