
Fontanelle e rischio per la salute - maggiesfarm.it
Individuata la presenza di Pfas nelle acque delle fontanelle italiane: bsiogna prestare molta attenzione, si corrono rischi.
Un nuovo allarme emerge dalla recente indagine condotta da Altroconsumo sulla presenza di PFAS nell’acqua potabile italiana. Dopo la scoperta di tracce di TFA – un composto appartenente alla famiglia dei PFAS – in numerose acque minerali in bottiglia, l’attenzione si è estesa alle fontanelle pubbliche. I risultati sono preoccupanti: il TFA è stato rinvenuto in tutte le 15 fontanelle testate in diverse località italiane, con concentrazioni in quattro casi superiori ai limiti previsti dalla normativa vigente.
Presenza diffusa di TFA nelle fontanelle pubbliche italiane
L’analisi, condotta tra fine marzo e inizio aprile 2025, ha coinvolto 15 fontanelle distribuite in comuni sede di stabilimenti di imbottigliamento di acque minerali e in grandi città come Torino, Milano, Firenze e Sondrio. Il TFA (acido trifluoroacetico) è stato rilevato in ogni campione, con valori oscillanti tra 274 e 920 nanogrammi per litro.
Sebbene non esista ancora un limite specifico per il TFA, Altroconsumo ha utilizzato come riferimento il limite per i PFAS totali stabilito dal Decreto legislativo 18/2023, fissato a 500 nanogrammi per litro. Quattro campioni hanno superato questa soglia, segnalando l’urgenza di definire una regolamentazione puntuale per questa sostanza sempre più presente nel ciclo idrico.

I livelli più elevati sono stati registrati a Torino, presso la casa dell’acqua in piazza Galimberti (920 ng/l), e in una fontanella tradizionale nella stessa piazza (840 ng/l). Seguono Firenze (880 ng/l) e Paesana (850 ng/l). La differenza tra i due punti di prelievo torinesi, pur contenuta, suggerisce che fattori come il sistema di refrigerazione possono influenzare i livelli di contaminazione.
Un confronto tra i dati relativi all’acqua delle fontanelle e quelli delle acque minerali analizzate in precedenza rivela che in 8 casi su 10 le acque in bottiglia presentavano livelli di TFA leggermente più alti rispetto all’acqua del rubinetto delle stesse aree. Questo rende complessa l’individuazione della fonte principale di contaminazione, che potrebbe essere presente in più fasi del ciclo idrico, dalla sorgente fino alla distribuzione.
La precedente indagine di Altroconsumo, che ha esaminato 21 marchi di acqua minerale naturale più diffusi in Italia, aveva già evidenziato la presenza diffusa di TFA. Solo tre prodotti sono risultati privi di questo contaminante, mentre sei hanno ricevuto una valutazione insufficiente. Questi dati sottolineano non solo la pervasività del TFA, ma anche la necessità di maggiore trasparenza da parte delle aziende sull’effettiva qualità dell’acqua distribuita al consumatore.
Il TFA: un contaminante persistente e preoccupante
Il TFA è un composto chimico persistente, altamente solubile in acqua e difficile da degradare, appartenente alla famiglia dei PFAS (sostanze perfluoroalchiliche). Si forma spesso dalla degradazione di altri PFAS presenti nell’ambiente e tende ad accumularsi nei corpi idrici, complicandone la rimozione.
Gli effetti del TFA sulla salute umana non sono ancora del tutto chiari, ma la sua diffusione crescente in acque destinate al consumo umano suscita preoccupazioni tra ricercatori e autorità sanitarie. In particolare, si teme un possibile effetto cumulativo di queste sostanze nel lungo periodo.
L’indagine doppia di Altroconsumo, che ha monitorato sia acqua minerale che acqua del rubinetto, conferma la diffusione capillare di questo contaminante e la sua presenza in concentrazioni che in alcuni casi superano il limite previsto per i PFAS totali. Senza un limite specifico per il TFA, la tutela dei consumatori rimane incompleta.
Per questo motivo, è fondamentale che le autorità competenti adottino quanto prima una soglia regolatoria dedicata al TFA, tenendo conto della sua crescente diffusione e del potenziale rischio per la salute pubblica. Nel frattempo, la trasparenza delle informazioni e un monitoraggio costante rappresentano strumenti indispensabili per garantire la sicurezza dell’acqua che beviamo quotidianamente.